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copyright by Tiziana Arnaboldi
photo Edoardo Oppliger
Spazio alle pietre
“Il suono delle pietre”
con Beat Weyeneth e Luciano Zampar
Due danzatori in dialogo con le pietre
Coreografia e regia Tiziana Arnaboldi
Danzatori Pierre‐Yves Diacon, Claudia Rossi Valli
Produzione Teatro San Materno
Note coreografiche e di regia
Beat Weyeneth apre lo spazio con dei suoni provenienti dai suoi par-
ticolari litofoni: piastre di pietra, intonate, disposte a tastiera, da lui
stesso costruite con il cosiddetto “sasso serpentino”. Lo affianca
Luciano Zampar che accosta modulazioni elettroniche a suoni pro-
dotti con sassi grezzi del fiume.
I danzatori agiscono danzando su un pavimento cosparso di sassi
raccolti sul greto del fiume Maggia.
I loro corpi riscoprono il valore della fragilità come forza motrice di
nuove posture, alla ricerca di punti stabili su cui sostare in apparente
tranquillità come sospesi, forse per fare vivere i pensieri.
È una danza di passi sensibili, leggeri, in cui piedi, mani e altre parti
del corpo ricercano carezze, abbracci tra le ruvidità dei sassi; cele-
brazione dell`uomo alla terra, alla gravità, al peso e allo spazio.
Il corpo danzante é alla ricerca di esattezza, raffinatezza per dare un
senso al suo danzare.
Il corpo parla alla terra in un dialogo sensuale, amoroso e fecondo,
fonte di energia, di immaginari lontani.
La bellezza del gesto consiste in una continua ricerca di equilibrio,
lasciando tracce uniche sulle pietre e sul corpo, dando vita a nuovi
suoni di pietra e a una nuova danza.
Con i loro strumenti in pietra questi due compositori ci ricordano che
la musica è vera e propria alchimia: fare musica significa piegare gli
elementi alla creazione di un suono che prima non esisteva, e che
attraverso gli strumenti ricavati dal mondo naturale si può elevare la
nostra esistenza a nuovi livelli di coscienza e di conoscenza.
Lo spettacolo è stato presentato il 10 gennaio 2016 al nuovo teatro
sperimentale di Arlesheim, a Donnach, nei pressi di Zurigo.
Foto
Cesare De Vita
Dialoghi, passaggi, passerelle di gesti danzanti impregnate di suono,
poesia e architettura, che viaggiano alla ricerca di spazi diversi per
nuove sfide, e che desiderano un giorno incontrarsi in un solo grande
spazio teatrale per un unico atto.