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Dentro Jawlensky Azione, 16 settembre 2013 Giorgio Thoeni « Spettacolo intenso e completo. » « Un discorso compiuto ed enigmatico, che tocca le corde intime e spirituali di Jawlensky e che trova le punte più alte nelle scomposizioni geometriche con il gioco dei colori e le luci(Felix Leimgruber), le belle immagini proiettate (video di François Gendre), la musica (chitarra di Mimmo Prisco), le percussioni di Luciano Zampar e il canto (Laure Barras, soprano)in completa sinergia con il percorso danzato nel respiro corporeo di Eleonora Chiocchini e la leggerezza plastico acrobata di David Labanca. « « …Lo spettacolo viene presentato in spazi teatrali e nei musei di mezza Europa. » La Regione Ticino, 20 marzo 2013 Claudio Lo Russo « Una sfida, come l’ aveva giustamente definita la coreografa Tiziana Arnaboldi. Entrare nel mondo pittorico di Alexej von jawlensky, andare al cuore del suo genio creativo, dare forma alla forza creatrice da cui scaturisce l’ Arte. Il tutto facendo incontrare linguaggi diversi : danza,musica e pittura . » « Di certo, se musica e danza sono le forme d’ arte più vicine all’ infinito, « Dentro Jawlensky » regala momenti di grande suggestione . » Corriere del Ticino, 16 marzo 2013 Antonio Mariotti « …nell’ intimità del Teatro San Materno, si instaura un gioco di richiami, di scambi, di echi tra gesti, voci e suoni che si autoalimentano. « Dentro Jawlensky » é una performance multidisciplinare quasi del tutto astratta che brilla per chiarezza di idee. » « Una struttura forte e al tempo stesso elastica che porta « Dentro jawlensky » a proporsi fin da subito come uno degli spettacoli più interessanti della coreografa asconese che ha trovato il coraggio di spostare la propria sensibilità con- temporanea con quella delle avanguardie artistiche di inizio novecento. » Corriere del Ticino, 13 marzo 2013 Antonio Mariotti È ricca di novità "Dentro Jawlensky", la nuova coreografia di Tiziana Arnaboldi Attesa ni na na La Repubblica 19 aprile 2013 Roberto Giambrone “…questa “Attesa” di Arnaboldi ci dice molto di Beckett, cogliendone proprio gli aspetti meno ovvi, per esempio l’ironia e il senso ludico del Play, nel senso di teatro, che sia poi quello della finzione o quello della vita poco importa, perché è proprio sul labile confine tra i due palcoscenici che si muove tutta la poetica beckettiana”. “ Uno spettacolo brioso,dove i giochi lessicali e drammaturgici di Beckett si traducono in giochi di corpi in movimento dei bravi attori-danzatori-supportato da un bel controllo dell’ energia,... L’ inquietudine,lasciata molto sullo sfondo,affiora nella sospensione di una frase sussurrata un paio di volte nella forma di un urlo soffocato che interrompe per un attimo le danze, nelle quali gli echi di Carolyn Carlson e di Pina Bausch sono più che evidenti. Corriere della Sera, Milano, 14 gennaio 2012 Valeria Crippa Infondere vita, sangue e carne a un’esistenza sospesa nel vuoto. Per la coreografa svizzera Tiziana Arnaboldi, formatasi a Parigi con Carolyn Carlson e ad Essen con Pina Bausch, il motivo dell’attesa come condizione dell’essere si innesta nell’urgenza della danza di dare corpo alle emozioni,anche quelle più asettiche e statiche,rendendole materia palpabile. I cinque bravi interpreti Giuseppe Asaro, Pierre-Yves Diacon, David Labanca, Françoise Parlanti, Nuria Prazak attendono che il dio della danza si riveli, mentre il senso di straniamento, interrotto a tratti da un violino o da una voce, contagia lo spazio e lo corrode. A punteggiare l’ipnotica partitura gestuale,tre berretti,una corda e una ninnananna. Il Giorno, Milano, 14 gennaio 2012 Silvio Danese …c’è qualcosa di assurdo,di umoristico,in questo modo paradossale e insieme disarmante di vedere la vita…la danza diventa il beneficio supremo per un testo sul vuoto che sparisce diventando un fatto,un movimento,un passo… " La coreografa Svizzera Tiziana Arnaboldi prende di petto il (non) senso e la materia della pièce di Beckett per aprire, con i suoi bravi danzatori,spazio e tempo dell' "illusione di esistere" nell'emozionante spettacolo "Attesa ni na na". Milano arte expo danza, 14 gennaio 2012 Tiziana Arnaboldi non lascia mai lo spettatore solo, anche quando indaga e racconta la sua personale visione dell’attesa, muovendo tra momenti drammatici e ironici,intensi e puramente ludici,nel costante tentativo di riempire il vuoto dell’attesa.Indaga sulla verità dell’azione,privandola di orpelli estetici per approdare all’essenza del gesto,del movimento, del silenzio.I danzatori/attori; Giuseppe Asaro,Pierre-Yves Diacon, David Labanca, Françoise Parlanti, Nuria Prazak agiscono in assoluta libertà all’interno del denso spartito coreografico,creando in continuazione pretesti per darsi l’impressione di esistere e sopportare quell’ insostenibile senso del vuoto dell’attesa.Tutto con onestà e sensibilità. Corriere del Ticino, 7 aprile 2011 Antonio Mariotti “A colpire particolarmente, in questo spettacolo che costituisce una convincente prova di maturità da parte della coreografa e regista e dei suoi danzatori, é la fluidità , la capacità di articolare perfettamente tra loro idee e trovate estemporanee,…sul palco si sono succedute sequenze danzate, emozioni, parole, momenti spassosi e passaggi ricchi di tensione.” “ Tiziana Arnaboldi ha saputo evidenziare le particolarità del luogo, sfruttando la parete di fondo, dove i danzatori si arrampicano e vanno letteralmente a sfracellarsi, e includendo anche lo spazio del proscenio dove gli interpreti, a turno si gettano come se sprofondassero in un baratro senza fondo” La Regione Ticino, 8 aprile2011 Claudio Lo Russo “Tiziana Arnaboldi si é lasciata guidare dale suggestioni più profonde dell’immaginario beckettiano…affascinanti le soluzioni coreografiche con cui esaltare il movimento sul palco asconese, bravi tutti gli interpreti.” “Un’attesa simbolica, drammatica, ironica,totale.Un’attesa come condizione esistenziale, condanna o privilegio.I suoi oggetti, con cui gli attori intessono abilmente lo spazio e il tempo del loro esistere sospeso, sono i tre cappelli di Beckett in bilico fra ironia, assurdo e abisso e la cornice di una porta, a definire fin dall’ inizio lo spazio ipnotico, variabile, indefinito dell’attesa,…” Giornale del Popolo, 9 aprile 2011 Margherita Coldesina “Ce l’ha fatta Tiziana Arnaboldi; a resuscitare Godot. L’energia é tangibile, sul palco e giù dal palco, alternando coreografie corali, parentesi individuali e a due, Attesa ni na na sottolinea il tentativo di individuare, inventare, fingere- un’attività che “ci” dia l’impressione, almeno quella, di esistere… e allora i danzatori si “suonano” i corpi a vicenda con un microfono, rincorrono tre cappelli raggiungendo l’alienazione del movimento; si abbracciano, schiaffeggiano i piedi, pure. Godono dell’acqua e poi la fuggono. Non si intimoriscono di fronte alla verticalità del muro a fondale: ci ballano, vi restano appesi come anfibi.” Roma, 7 aprile 2011 Anna Lea Antolini DNA danza nazionale autoriale Fondazione Roma Europa “ Tre cappelli, trios chapeau, l’acqua,l’eau, il pensiero, la pensée giocano un ruolo linguistico-emotivo nella nuova crea- zione della coreografa svizzera Tiziana Arnaboldi. Forte di una struttura lucida, il linguaggio coreografico evolve in maniera chiara con una composizione alternata che crea il suo senso attraverso il suo divenire. Attesa ni na na é una lettura intelligente del pensiero di Samuel Beckett. Azione 11, aprile 2011 Giorgio Thöni “… un’ esplorazione vivace e ben costruita, dove il senso dell’attesa parte da ogni direzione: un incontro, una voce, una ninnananna, tre berretti e una corda, la sopportazione o il senso di vuoto ben reso dall’utilizzo dello spazio teatrale allargato. È un gioco dichiarato, dove la poesia del sussurro si unisce alla fisicità del collettivo senza negare le singole bravura nella scomposizione e composizione dei movimenti. La Arnaboldi lavora con scrupolo e grande professionalità.” Volo via Condannato libero la Regione 5 aprile 2008 Sabrina Faller Due tavoli e un mantello completano lo spettacolo e diventano essi stessi protagonisti o co-protagonisti delle situazioni raccontate nei diversi quadri che si succedono, alternando momenti di di grande brillantezza virtuosistica e di spumeg- giante giocosità a momenti che evocano il dramma, la sopraffazione, la perdita d’identità. La vena umoristica di Tiziana Arnaboldi vive un momento di straordinaria fertilità che, unita alla voglia di comunicare, alla passione dell’artista ticinese, producono una miscela frizzante e ben calibrata. Oltentagblatt Zeitung, 20 November 2009 Madeleine Schüpfer “Tiziana Arnaboldi eröffnete am Mittwochabend mit ihrer Compagnie mit dem Tanzstück”Volo via-Condannato libero” in der Schützi die 14. Oltner Tanztage und begeisterte das Publikum mit einer höchst fantasievollen Produktion. Immer weiter-auch wenn man vielleicht nirgendwo ankommt, so lautete die Devise dieses interessanten, vielschichtigen tanzabends, der ein reicher Bilderbogen an Emotionen und hintergründigen präsentierte. Die erfolgreichste Schweizer Choreografin Tiziana Arnaboldi zog mit ihren sechs Tanztalenten, drei Frauen und drei Männern, alle Register. Die Tanzenden, zeigten Tanz von fesselnder Kraft. Sie begeisterten durch ihre Beweglichkeit, durch die Leichtigkeit, wie sie in diese raschen Wechsel einstiegen, aber auch durch temperamentvolle Provokation, durch Sprache und Rhythmik, durch lebhafte Brüche der jeweiligen Situation, sodass man ständig neu gefordert wurde.” “ Tiziana Arnaboldi opened the 14th Oltner Tanztage on Wednesday evening with choreography work “Volo Via - Condannato libero”, fascinating the audience with a fantastic production. Further going even if perhaps it means getting nowhere, is the display of this interesting and multi-layers evening of dance, presenting a richness in emotions and background scenes. The most successful Swiss choreographer Tiziana Arnaboldi with her six talented dancers, three women and three men, showed all her attitudes. Dancers exhibited a type of dance of great strength. They enjoyed their movements, their lightness, their fastness in changing roles, nevertheless provoking with temper, through language and rhythm or through bright breaks of images, constantly urging us. “ Corriere del Ticino 2 aprile 2008 Giorgio Thoeni C’é la conferma di un grande talento nell’ultima produzione di Tiziana Arnaboldi realizzata con la sua Compagnia. Chi ha avuto la fortuna di seguire fino ad oggi il percorso artistico della danzatrice e coreografa locarnese potrà convin- cersi come noi del fatto che con questa recente fatica compositiva Tiziana ha raggiunto una sensibile maturità stilistica e creativa. Dopo molteplici progetti, ha messo alla prova la sintesi di una cifra poetica che le deriva dall’epoca della sua formazione con capiscuola come Carolyne Carlson e Pina Bausch. «Volo Via» si realizza sui corpi e le voci di questi bravissimi danzatori-attori con l’aggiunta di due tavoli e un cappotto. Panorama 30 aprile 2008) Donatella Gellera Falerni Il valore della passione 29 marzo. Aula Magna. Liceo Morettina. Locarno. Ore 10.00. Entriamo di lato, in punta di piedi per non disturbare i sei attori-danzatori che stanno provando «Volo via», l’ultima produzione della Compagnia. Tiziana, la coreografa e regista è seduta in sesta fila, accanto a Mauro, il musicista, e Lucie la sua assistente. Tiziana è completamente assorta nella dimensione teatrale. Si percepisce nell’aria la sua forza creativa dirompente che si concretizza in poche parole e qualche gesto. Nulla sfugge a quei grandi occhi azzurri che brillano di una luce particolare nella semioscurità. D’improvviso si gira verso di noi. Un piccolo cenno e capiamo: fra poco avrà tempo per le nostre domande. Azione 25-03-08 Giorgio Thoeni Tiziana Arnaboldi ha spiccato un altro volo «L’obiettivo del percorso è creare una sinfonia in continua evoluzione, mai definita. (...) Una sinfonia con tante finestre: finestre che si aprono per incontrare o lasciare entrare il nuovo e finestre che restano chiuse per riflettere sulle apparenti certezze». Così Tiziana Arnaboldi commentava la ricerca verso la nuova creazione nel volumetto curato da Domenico Lucchini pubblicato in occasione dei vent’anni di attività della danzatrice e coreografa asconese. Oggi quella ricerca si è concretizzata e ha un titolo: Volo via, uno spettacolo che dopo il debutto nazionale al Theater Roxy di Basilea si è presen- tato con due repliche al Teatro Dimitri di Verscio prima di approdare i prossimi 4 e 5 aprile allo Studio Foce di Lugano. Due tavoli e un cappotto possono bastare per trasformare il palcoscenico in una vorticosa trama attorno alla libertà e al controllo dove una sorprendente energia si confronta per circa un’ora con un melting-pot culturale, stilistico, linguistico verso un’azione teatrale in cui trova spazio la parola circondata da studiate e perfette coreografie. Attori e ballerini, sei in tutto, tre donne e tre uomini provenienti da realtà e formazioni diverse, uniti in un unico disegno. Maturo e compiuto, con Volo via il percorso della Arnaboldi segna una tappa qualitativamente importante per efficacia del discorso coreo- grafico e profondità drammaturgica. Avvolti da un tappeto musicale variato e ininterrotto, i sei demiurghi riescono a trasformare la scena in una dinamica partita di calcio brillantemente commentata, in un mercato del pesce, in un con- certo di musica da camera, in un pas-de troi, in séparés amorosi, in figure d’assieme e in evoluzioni da breakdance. È la sintesi di un mondo che cerca la propria identità attraverso la diversità, dove il linguaggio comune passa per corpo e movimento. Bravi e instancabili, i sei artisti ci fanno volare verso la conclusione dello spettacolo senza lasciare spazio al caso. Tutto è studiato fin nei minimi dettagli. Gli applausi e le numerose chiamate hanno salutato l’arrivo in terra ticinese di questa produzione e sono tutti per loro: Giuseppe Asaro, Li-Li Chao, Eleonora Chiocchini, Pierre Yves Diacon, Françoise Parlanti e Antonio Stella. Tiziana può andarne fiera. Ora ha davvero spiccato il volo. Basellandschaftliche Zeitung, 15 März 2008Ich fliege weg Bea Berczelly Sechs tanzende, zwei Tische und ein Mantel genügen, um eine Stunde lang Spannung auf der grossen schwarzen Bühne des Theaters Roxy in Birsfelden zu bieten. Zu einem harten Beat rennen am Anfang drei Frauen und drei Männer im Kreis herum, wobei sie sich einen zusammengeknüllten Mantel fliegend übergeben: manchmal halten sie ihn hoch wie eine Trophäe. Doch der Mantel hat seine Tücken: Diejenigen, die ihn anziehen, verändern sich, wollen Selbestmord begehen; sie beginnen, den anderei zu befehlen-sei es als Dirigent, als aggressiver Schüler oder gar als General. Welche Emotionen hier vorgeführt, ausgelebt werden. In «Volo Via» gibt es fantastische Lichteffekte und wunderschöne Bilder. Unter anderem einen erotischen Pas-de-Trois mit einem Tisch, so zart wie Schmetterlingsflügel, wobei sich Frau und Mann nie berühren. Wie viel akrobatisches Können sich dahinter verbirgt, kann man nur ahnen. «Volo Via» - Ich fliege weg - ist bis zur letzten Minute spannend und berührend. Dansesuisse 14.03.08 Dominique Martinoli Je m'envole L'envol par le corps et l'objet. Un spectacle de fureur et d'énergie. Neuchâtel juillet 2009. Pauline Vrolixs Le Théâtre Roxy à Birsfelden, dans la banlieue bâloise, se place comme pôle de danse face à la Kaserne tombée en léthargie suite aux problèmes financiers. Dans son programme de janvier à juin 2008, on ne trouve pas moins de neuf productions chorégraphiques, dont beaucoup de premières, sur une quinzaine de spectacles au total. Parmi celles-ci Tiziana Arnaboldi, chorégraphe tessinoise, qui, grâce à l’infrastructure du Roxy, finalise sa nouvelle création sur son plateau, présente la première avant de retourner au sud des Alpes pour une tournée tessinoise. Elle parle de sa création Volo via et de sa recherche d’équilibre entre parole et geste. «Mon but est d’apporter la vie sur scène, la joie, la douleur, l’ironie, le drame… Tout ce qui est humain. Avec beaucoup de poésie et de réflexion aussi! Je veux que les spectateurs passent un bon moment mais que ça les fasse également réfléchir.» C’est ainsi que Tiziana Arnaboldi définit son travail qu’elle mène depuis 20 ans déjà. Pour marquer cet anni- versaire sa Compagnia Teatrodanza, créé en 1987 et basée à Ascona, a choisi d’organiser plusieurs événements l’an passé dans un lieu symbolique, le Monte Verità. Cette colline mythique, au-dessus d’Ascona, a accueilli Rudolf von Laban, Mary Wigman et d’autres explorateurs de la danse du début du 20e siècle. Le parcours de Tiziana Arnaboldi est parsemé de rencontres – Rey Philipps, Carolyne Carlson, Pina Bausch, Pierre Bylan, pour n’en citer que quelques-uns - qui l’ont menées à la danse-théâtre. Elle en parle volontiers, même si l’exercice lui paraît tout d’abord difficile: «Je veux des gestes simples, d’une rigueur incroyable. La virtuosité ne m’intéresse pas pour elle-même mais la virtuosité du contenu, de l’urgence, de la théâtralité. Dans Volo via l’improvisation amène gestes et paroles. Ils font un parcours ensemble et deviennent image. Ou on enlève la parole, simplifie le geste et entre l’invisible.» La manière de travailler avec les danseurs de la chorégraphe tessinoise fait bien sûr penser à la grande chorégraphe allemande de la danse-théâtre. «Je donne une situation, mets le danseur en difficulté ou en conflit. Je pose des questions, des espaces ou des objets comme les deux tables et le manteau de Volo via. Puis on improvise. Je fixe la chorégraphie tout à la fin, souvent la dernière semaine. Je laisse la recherche ouverte jusqu’à la fin, parce que sinon, on entre dans une cage. Il faut être très disponible. C’est dans l’ouverture qu’on peut encore chercher.» «Le choix des danseurs» répond Tiziana Arnaboldi «se fait dans des auditions. Mais c’est un long processus. Je propose des ateliers pour qu’ils puissent connaître mon travail. Ils viennent de partout, France, Italie, Taïwan, Berlin, Angola. Je n’ai pas d’interprètes tessinois, je n’en ai jamais eus. Il n’y a pas d’école ici donc pas de possibilité. Mais j’aime travailler avec les différentes cultures et les différentes langues. Dans Volo Via, on entendra du dialecte sicilien et taïwanais!» «Chaque danseur s’envole pour découvrir la beauté d’être unique. Il part dans son imagination, cherche la joie du geste, de la physicalité, du désir mais aussi de l’absurdité, de l’horreur. Il va ailleurs, sort de la réalité. Et il doit tenir cette chose, parfois il doute, parfois il est fort. C’est un long voyage pour développer l’identité de chacun, tout en étant en groupe. Il y a six danseurs dans cette pièce, mais il y aura une quinzaine de façon de s’envoler ailleurs. Et cela à un rythme soutenu, une envolée, un vol, une autre envolée. Et pas seulement au sens abstrait, physiquement aussi. Mais je ne vous dévoile pas tout!» poursuit d’une voix chaleureuse et passionnée la danseuse d’Ascona. Arrivederci professore Corriere del Ticino Arrivederci professore cattura il pubblico con momenti spumeggianti grazie ad una convincente prova d’attori e ad un testo originale e intrigante. Lo spettacolo diventa, senza dichiararlo, una riflessione autoreferenziale (quasi un manifesto) sul teatro come espressione che parte dal corpo, passando per il movimento, per poi passare alla parola e al canto. Azione Vladimir e Franz sono in realtà due clown teatrali nella miglior tradizione stilistica tipica della scuola di Pierre Byland. Bravi e spiritosi, Ferretti e Cecchinato hanno trovato la giusta chiave per interpretare i loro personaggi mettendo in luce i rispettivi talenti. Grazie a una sicura presenza scenica e a un ideale affiatamento teatrale reggono uno spettacolo che vede nel corpo e nella voce gli unici elementi su cui imbastire l’intera narrazione. La Regione Ticino Tiziana Arnaboldi era presente al festival internazionale di Lugano con uno spettacolo completamente diverso dal suo solito lavoro, l’esilarante “Arrivederci professore” (in collaborazione con Pierre Byland) con due bravissimi Antonello Cecchinato ed Enrico Ferretti. Oltner Tagblatt I due attori hanno convinto con la loro recitazione e la loro presenza scenica, padroneggiando magistralmente le situa- zioni comiche e producendo una poesia delicata. Hanno recitato in modo differenziato, con un eccellente sensibilità corporea e una leggerezza quasi danzata. Azione 10-04-07 Giorgio Thoeni Una serata … a corpo libero All’inizio la scena è praticamente spoglia. Solo due leggii preannunciano l’arrivo di due conferenzieri: sono Vladimir e Franz, i due fedeli assistenti e ferventi ammiratori del compianto professor James William Smoke, un grande filosofo corporeo, nume tutelare di audaci teorie e artefice di geniali scoperte che spiegano il rapporto fra il corpo e la mente, fra il corpo e gli oggetti che lo circondano, fra il corpo e il nulla. Vladimir e Franz sono in realtà due clown teatrali nella miglior tradizione stilistica tipica della scuola di Pierre Byland, autore e regista di Arrivederci Professore, recente produ- zione realizzata in collaborazione con Tiziana Arnaboldi e per l’interpretazione di Antonello Cecchinato e Enrico Ferretti. Con un avvio didascalico e abbastanza statico, in bilico tra il nonsense di taglio beckettiano e la commedia dell’assurdo, la pièce mette in campo abilità e vis comica dei due attori che articolano frasi e movimenti in un intelligente cocktail di situazioni, brevi sketch, mai slegati fra di loro, uniti dal gusto del paradosso che si trasforma in gioco, in buffe combina- zioni surreali che alternano imprevisti e ovvietà in una ritmata giostra di peripezie. Conferenza o emulazione? In sostanza riscopriamo attraverso un originale teatrino di piedi quanto fosse presente il carisma del professor James William Smoke, allucinato dimostratore di tesi improbabili, come la convinzione che possa esistere una totale empatia del corpo con le verdure o il fumo, oppure come l’invenzione del tubo a due buchi, uno strumento musicale che gli sarà fatale in quanto si dimenticherà di respirare (una boutade che ci ricorda il primo Achille Campanile...). Bravi e spiritosi, Ferretti e Cecchinato hanno trovato la giusta chiave per interpretare i loro personaggi mettendo in luce i rispettivi talenti. Grazie a una sicura presenza scenica e a un ideale affiatamento teatrale reggono uno spettacolo che vede nel corpo e nella voce gli unici elementi su cui imbastire l’intera narrazione.
photo Sergio Luban
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Dentro Jawlensky Azione, 16 settembre 2013 Giorgio Thoeni « Spettacolo intenso e completo. » « Un discorso compiuto ed enigmatico, che tocca le corde intime e spirituali di Jawlensky e che trova le punte più alte nelle scomposizioni geometriche con il gioco dei colori e le luci(Felix Leimgruber), le belle immagini proiettate (video di François Gendre), la musica (chitarra di Mimmo Prisco), le percussioni di Luciano Zampar e il canto (Laure Barras, soprano)in completa sinergia con il percorso danzato nel respiro corporeo di Eleonora Chiocchini e la leggerezza plastico acrobata di David Labanca. « « …Lo spettacolo viene presentato in spazi teatrali e nei musei di mezza Europa. » La Regione Ticino, 20 marzo 2013 Claudio Lo Russo « Una sfida, come l’ aveva giustamente definita la coreografa Tiziana Arnaboldi. Entrare nel mondo pittorico di Alexej von jawlensky, andare al cuore del suo genio creativo, dare forma alla forza creatrice da cui scaturisce l’ Arte. Il tutto facendo incontrare linguaggi diversi : danza,musica e pittura . » « Di certo, se musica e danza sono le forme d’ arte più vicine all’ infinito, « Dentro Jawlensky » regala momenti di grande suggestione . » Corriere del Ticino, 16 marzo 2013 Antonio Mariotti « …nell’ intimità del Teatro San Materno, si instaura un gioco di richiami, di scambi, di echi tra gesti, voci e suoni che si autoalimentano. « Dentro Jawlensky » é una performance multidisciplinare quasi del tutto astratta che brilla per chiarezza di idee. » « Una struttura forte e al tempo stesso elastica che porta « Dentro jawlensky » a proporsi fin da subito come uno degli spettacoli più interessanti della coreografa asconese che ha trovato il coraggio di spostare la propria sensibilità con- temporanea con quella delle avanguardie artistiche di inizio novecento. » Corriere del Ticino, 13 marzo 2013 Antonio Mariotti È ricca di novità "Dentro Jawlensky", la nuova coreografia di Tiziana Arnaboldi Attesa ni na na La Repubblica 19 aprile 2013 Roberto Giambrone “…questa “Attesa” di Arnaboldi ci dice molto di Beckett, cogliendone proprio gli aspetti meno ovvi, per esempio l’ironia e il senso ludico del Play, nel senso di teatro, che sia poi quello della finzione o quello della vita poco importa, perché è proprio sul labile confine tra i due palcoscenici che si muove tutta la poetica beckettiana”. “ Uno spettacolo brioso,dove i giochi lessicali e drammaturgici di Beckett si traducono in giochi di corpi in movimento dei bravi attori-danzatori-supportato da un bel controllo dell’ energia,... L’ inquietudine,lasciata molto sullo sfondo,affiora nella sospensione di una frase sussurrata un paio di volte nella forma di un urlo soffocato che interrompe per un attimo le danze, nelle quali gli echi di Carolyn Carlson e di Pina Bausch sono più che evidenti. Corriere della Sera, Milano, 14 gennaio 2012 Valeria Crippa Infondere vita, sangue e carne a un’esistenza sospesa nel vuoto. Per la coreografa svizzera Tiziana Arnaboldi, formatasi a Parigi con Carolyn Carlson e ad Essen con Pina Bausch, il motivo dell’attesa come condizione dell’essere si innesta nell’urgenza della danza di dare corpo alle emozioni,anche quelle più asettiche e statiche,rendendole materia palpabile. I cinque bravi interpreti Giuseppe Asaro, Pierre-Yves Diacon, David Labanca, Françoise Parlanti, Nuria Prazak attendono che il dio della danza si riveli, mentre il senso di straniamento, interrotto a tratti da un violino o da una voce, contagia lo spazio e lo corrode. A punteggiare l’ipnotica partitura gestuale,tre berretti,una corda e una ninnananna. Il Giorno, Milano, 14 gennaio 2012 Silvio Danese …c’è qualcosa di assurdo,di umoristico,in questo modo paradossale e insieme disarmante di vedere la vita…la danza diventa il beneficio supremo per un testo sul vuoto che sparisce diventando un fatto,un movimento,un passo… " La coreografa Svizzera Tiziana Arnaboldi prende di petto il (non) senso e la materia della pièce di Beckett per aprire, con i suoi bravi danzatori,spazio e tempo dell' "illusione di esistere" nell'emozionante spettacolo "Attesa ni na na". Milano arte expo danza, 14 gennaio 2012 Tiziana Arnaboldi non lascia mai lo spettatore solo, anche quando indaga e racconta la sua personale visione dell’attesa, muovendo tra momenti drammatici e ironici,intensi e puramente ludici,nel costante tentativo di riempire il vuoto dell’attesa.Indaga sulla verità dell’azione,privandola di orpelli estetici per approdare all’essenza del gesto,del movimento, del silenzio.I danzatori/attori; Giuseppe Asaro,Pierre-Yves Diacon, David Labanca, Françoise Parlanti, Nuria Prazak agiscono in assoluta libertà all’interno del denso spartito coreografico,creando in continuazione pretesti per darsi l’impressione di esistere e sopportare quell’ insostenibile senso del vuoto dell’attesa.Tutto con onestà e sensibilità. Corriere del Ticino, 7 aprile 2011 Antonio Mariotti “A colpire particolarmente, in questo spettacolo che costituisce una convincente prova di maturità da parte della coreografa e regista e dei suoi danzatori, é la fluidità , la capacità di articolare perfettamente tra loro idee e trovate estemporanee,…sul palco si sono succedute sequenze danzate, emozioni, parole, momenti spassosi e passaggi ricchi di tensione.” “ Tiziana Arnaboldi ha saputo evidenziare le particolarità del luogo, sfruttando la parete di fondo, dove i danzatori si arrampicano e vanno letteralmente a sfracellarsi, e includendo anche lo spazio del proscenio dove gli interpreti, a turno si gettano come se sprofondassero in un baratro senza fondo” La Regione Ticino, 8 aprile2011 Claudio Lo Russo “Tiziana Arnaboldi si é lasciata guidare dale suggestioni più profonde dell’immaginario beckettiano…affascinanti le soluzioni coreografiche con cui esaltare il movimento sul palco asconese, bravi tutti gli interpreti.” “Un’attesa simbolica, drammatica, ironica,totale.Un’attesa come condizione esistenziale, condanna o privilegio.I suoi oggetti, con cui gli attori intessono abilmente lo spazio e il tempo del loro esistere sospeso, sono i tre cappelli di Beckett in bilico fra ironia, assurdo e abisso e la cornice di una porta, a definire fin dall’ inizio lo spazio ipnotico, variabile, indefinito dell’attesa,…” Giornale del Popolo, 9 aprile 2011 Margherita Coldesina “Ce l’ha fatta Tiziana Arnaboldi; a resuscitare Godot. L’energia é tangibile, sul palco e giù dal palco, alternando coreografie corali, parentesi individuali e a due, Attesa ni na na sottolinea il tentativo di individuare, inventare, fingere- un’attività che “ci” dia l’impressione, almeno quella, di esistere… e allora i danzatori si “suonano” i corpi a vicenda con un microfono, rincorrono tre cappelli raggiungendo l’alienazione del movimento; si abbracciano, schiaffeggiano i piedi, pure. Godono dell’acqua e poi la fuggono. Non si intimoriscono di fronte alla verticalità del muro a fondale: ci ballano, vi restano appesi come anfibi.” Roma, 7 aprile 2011 Anna Lea Antolini DNA danza nazionale autoriale Fondazione Roma Europa “ Tre cappelli, trios chapeau, l’acqua,l’eau, il pensiero, la pensée giocano un ruolo linguistico-emotivo nella nuova crea- zione della coreografa svizzera Tiziana Arnaboldi. Forte di una struttura lucida, il linguaggio coreografico evolve in maniera chiara con una composizione alternata che crea il suo senso attraverso il suo divenire. Attesa ni na na é una lettura intelligente del pensiero di Samuel Beckett. Azione 11, aprile 2011 Giorgio Thöni “… un’ esplorazione vivace e ben costruita, dove il senso dell’attesa parte da ogni direzione: un incontro, una voce, una ninnananna, tre berretti e una corda, la sopportazione o il senso di vuoto ben reso dall’utilizzo dello spazio teatrale allargato. È un gioco dichiarato, dove la poesia del sussurro si unisce alla fisicità del collettivo senza negare le singole bravura nella scomposizione e composizione dei movimenti. La Arnaboldi lavora con scrupolo e grande professionalità.” Volo via Condannato libero la Regione 5 aprile 2008 Sabrina Faller Due tavoli e un mantello completano lo spettacolo e diventano essi stessi protagonisti o co-protagonisti delle situazioni raccontate nei diversi quadri che si succedono, alternando momenti di di grande brillantezza virtuosistica e di spumeg- giante giocosità a momenti che evocano il dramma, la sopraffazione, la perdita d’identità. La vena umoristica di Tiziana Arnaboldi vive un momento di straordinaria fertilità che, unita alla voglia di comunicare, alla passione dell’artista ticinese, producono una miscela frizzante e ben calibrata. Oltentagblatt Zeitung, 20 November 2009 Madeleine Schüpfer “Tiziana Arnaboldi eröffnete am Mittwochabend mit ihrer Compagnie mit dem Tanzstück”Volo via-Condannato libero” in der Schützi die 14. Oltner Tanztage und begeisterte das Publikum mit einer höchst fantasievollen Produktion. Immer weiter-auch wenn man vielleicht nirgendwo ankommt, so lautete die Devise dieses interessanten, vielschichtigen tanzabends, der ein reicher Bilderbogen an Emotionen und hintergründigen präsentierte. Die erfolgreichste Schweizer Choreografin Tiziana Arnaboldi zog mit ihren sechs Tanztalenten, drei Frauen und drei Männern, alle Register. Die Tanzenden, zeigten Tanz von fesselnder Kraft. Sie begeisterten durch ihre Beweglichkeit, durch die Leichtigkeit, wie sie in diese raschen Wechsel einstiegen, aber auch durch temperamentvolle Provokation, durch Sprache und Rhythmik, durch lebhafte Brüche der jeweiligen Situation, sodass man ständig neu gefordert wurde.” “ Tiziana Arnaboldi opened the 14th Oltner Tanztage on Wednesday evening with choreography work “Volo Via - Condannato libero”, fascinating the audience with a fantastic production. Further going even if perhaps it means getting nowhere, is the display of this interesting and multi-layers evening of dance, presenting a richness in emotions and background scenes. The most successful Swiss choreographer Tiziana Arnaboldi with her six talented dancers, three women and three men, showed all her attitudes. Dancers exhibited a type of dance of great strength. They enjoyed their movements, their lightness, their fastness in changing roles, nevertheless provoking with temper, through language and rhythm or through bright breaks of images, constantly urging us. “ Corriere del Ticino 2 aprile 2008 Giorgio Thoeni C’é la conferma di un grande talento nell’ultima produzione di Tiziana Arnaboldi realizzata con la sua Compagnia. Chi ha avuto la fortuna di seguire fino ad oggi il percorso artistico della danzatrice e coreografa locarnese potrà convin- cersi come noi del fatto che con questa recente fatica compositiva Tiziana ha raggiunto una sensibile maturità stilistica e creativa. Dopo molteplici progetti, ha messo alla prova la sintesi di una cifra poetica che le deriva dall’epoca della sua formazione con capiscuola come Carolyne Carlson e Pina Bausch. «Volo Via» si realizza sui corpi e le voci di questi bravissimi danzatori-attori con l’aggiunta di due tavoli e un cappotto. Panorama 30 aprile 2008) Donatella Gellera Falerni Il valore della passione 29 marzo. Aula Magna. Liceo Morettina. Locarno. Ore 10.00. Entriamo di lato, in punta di piedi per non disturbare i sei attori-danzatori che stanno provando «Volo via», l’ultima produzione della Compagnia. Tiziana, la coreografa e regista è seduta in sesta fila, accanto a Mauro, il musicista, e Lucie la sua assistente. Tiziana è completamente assorta nella dimensione teatrale. Si percepisce nell’aria la sua forza creativa dirompente che si concretizza in poche parole e qualche gesto. Nulla sfugge a quei grandi occhi azzurri che brillano di una luce particolare nella semioscurità. D’improvviso si gira verso di noi. Un piccolo cenno e capiamo: fra poco avrà tempo per le nostre domande. Azione 25-03-08 Giorgio Thoeni Tiziana Arnaboldi ha spiccato un altro volo «L’obiettivo del percorso è creare una sinfonia in continua evoluzione, mai definita. (...) Una sinfonia con tante finestre: finestre che si aprono per incontrare o lasciare entrare il nuovo e finestre che restano chiuse per riflettere sulle apparenti certezze». Così Tiziana Arnaboldi commentava la ricerca verso la nuova creazione nel volumetto curato da Domenico Lucchini pubblicato in occasione dei vent’anni di attività della danzatrice e coreografa asconese. Oggi quella ricerca si è concretizzata e ha un titolo: Volo via, uno spettacolo che dopo il debutto nazionale al Theater Roxy di Basilea si è presen- tato con due repliche al Teatro Dimitri di Verscio prima di approdare i prossimi 4 e 5 aprile allo Studio Foce di Lugano. Due tavoli e un cappotto possono bastare per trasformare il palcoscenico in una vorticosa trama attorno alla libertà e al controllo dove una sorprendente energia si confronta per circa un’ora con un melting-pot culturale, stilistico, linguistico verso un’azione teatrale in cui trova spazio la parola circondata da studiate e perfette coreografie. Attori e ballerini, sei in tutto, tre donne e tre uomini provenienti da realtà e formazioni diverse, uniti in un unico disegno. Maturo e compiuto, con Volo via il percorso della Arnaboldi segna una tappa qualitativamente importante per efficacia del discorso coreo- grafico e profondità drammaturgica. Avvolti da un tappeto musicale variato e ininterrotto, i sei demiurghi riescono a trasformare la scena in una dinamica partita di calcio brillantemente commentata, in un mercato del pesce, in un con- certo di musica da camera, in un pas-de troi, in séparés amorosi, in figure d’assieme e in evoluzioni da breakdance. È la sintesi di un mondo che cerca la propria identità attraverso la diversità, dove il linguaggio comune passa per corpo e movimento. Bravi e instancabili, i sei artisti ci fanno volare verso la conclusione dello spettacolo senza lasciare spazio al caso. Tutto è studiato fin nei minimi dettagli. Gli applausi e le numerose chiamate hanno salutato l’arrivo in terra ticinese di questa produzione e sono tutti per loro: Giuseppe Asaro, Li-Li Chao, Eleonora Chiocchini, Pierre Yves Diacon, Françoise Parlanti e Antonio Stella. Tiziana può andarne fiera. Ora ha davvero spiccato il volo. Basellandschaftliche Zeitung, 15 März 2008Ich fliege weg Bea Berczelly Sechs tanzende, zwei Tische und ein Mantel genügen, um eine Stunde lang Spannung auf der grossen schwarzen Bühne des Theaters Roxy in Birsfelden zu bieten. Zu einem harten Beat rennen am Anfang drei Frauen und drei Männer im Kreis herum, wobei sie sich einen zusammengeknüllten Mantel fliegend übergeben: manchmal halten sie ihn hoch wie eine Trophäe. Doch der Mantel hat seine Tücken: Diejenigen, die ihn anziehen, verändern sich, wollen Selbestmord begehen; sie beginnen, den anderei zu befehlen-sei es als Dirigent, als aggressiver Schüler oder gar als General. Welche Emotionen hier vorgeführt, ausgelebt werden. In «Volo Via» gibt es fantastische Lichteffekte und wunderschöne Bilder. Unter anderem einen erotischen Pas-de-Trois mit einem Tisch, so zart wie Schmetterlingsflügel, wobei sich Frau und Mann nie berühren. Wie viel akrobatisches Können sich dahinter verbirgt, kann man nur ahnen. «Volo Via» - Ich fliege weg - ist bis zur letzten Minute spannend und berührend. Dansesuisse 14.03.08 Dominique Martinoli Je m'envole L'envol par le corps et l'objet. Un spectacle de fureur et d'énergie. Neuchâtel juillet 2009. Pauline Vrolixs Le Théâtre Roxy à Birsfelden, dans la banlieue bâloise, se place comme pôle de danse face à la Kaserne tombée en léthargie suite aux problèmes financiers. Dans son programme de janvier à juin 2008, on ne trouve pas moins de neuf productions chorégraphiques, dont beaucoup de premières, sur une quinzaine de spectacles au total. Parmi celles-ci Tiziana Arnaboldi, chorégraphe tessinoise, qui, grâce à l’infrastructure du Roxy, finalise sa nouvelle création sur son plateau, présente la première avant de retourner au sud des Alpes pour une tournée tessinoise. Elle parle de sa création Volo via et de sa recherche d’équilibre entre parole et geste. «Mon but est d’apporter la vie sur scène, la joie, la douleur, l’ironie, le drame… Tout ce qui est humain. Avec beaucoup de poésie et de réflexion aussi! Je veux que les spectateurs passent un bon moment mais que ça les fasse également réfléchir.» C’est ainsi que Tiziana Arnaboldi définit son travail qu’elle mène depuis 20 ans déjà. Pour marquer cet anni- versaire sa Compagnia Teatrodanza, créé en 1987 et basée à Ascona, a choisi d’organiser plusieurs événements l’an passé dans un lieu symbolique, le Monte Verità. Cette colline mythique, au-dessus d’Ascona, a accueilli Rudolf von Laban, Mary Wigman et d’autres explorateurs de la danse du début du 20e siècle. Le parcours de Tiziana Arnaboldi est parsemé de rencontres – Rey Philipps, Carolyne Carlson, Pina Bausch, Pierre Bylan, pour n’en citer que quelques-uns - qui l’ont menées à la danse-théâtre. Elle en parle volontiers, même si l’exercice lui paraît tout d’abord difficile: «Je veux des gestes simples, d’une rigueur incroyable. La virtuosité ne m’intéresse pas pour elle-même mais la virtuosité du contenu, de l’urgence, de la théâtralité. Dans Volo via l’improvisation amène gestes et paroles. Ils font un parcours ensemble et deviennent image. Ou on enlève la parole, simplifie le geste et entre l’invisible.» La manière de travailler avec les danseurs de la chorégraphe tessinoise fait bien sûr penser à la grande chorégraphe allemande de la danse-théâtre. «Je donne une situation, mets le danseur en difficulté ou en conflit. Je pose des questions, des espaces ou des objets comme les deux tables et le manteau de Volo via. Puis on improvise. Je fixe la chorégraphie tout à la fin, souvent la dernière semaine. Je laisse la recherche ouverte jusqu’à la fin, parce que sinon, on entre dans une cage. Il faut être très disponible. C’est dans l’ouverture qu’on peut encore chercher.» «Le choix des danseurs» répond Tiziana Arnaboldi «se fait dans des auditions. Mais c’est un long processus. Je propose des ateliers pour qu’ils puissent connaître mon travail. Ils viennent de partout, France, Italie, Taïwan, Berlin, Angola. Je n’ai pas d’interprètes tessinois, je n’en ai jamais eus. Il n’y a pas d’école ici donc pas de possibilité. Mais j’aime travailler avec les différentes cultures et les différentes langues. Dans Volo Via, on entendra du dialecte sicilien et taïwanais!» «Chaque danseur s’envole pour découvrir la beauté d’être unique. Il part dans son imagination, cherche la joie du geste, de la physicalité, du désir mais aussi de l’absurdité, de l’horreur. Il va ailleurs, sort de la réalité. Et il doit tenir cette chose, parfois il doute, parfois il est fort. C’est un long voyage pour développer l’identité de chacun, tout en étant en groupe. Il y a six danseurs dans cette pièce, mais il y aura une quinzaine de façon de s’envoler ailleurs. Et cela à un rythme soutenu, une envolée, un vol, une autre envolée. Et pas seulement au sens abstrait, physiquement aussi. Mais je ne vous dévoile pas tout!» poursuit d’une voix chaleureuse et passionnée la danseuse d’Ascona. Arrivederci professore Corriere del Ticino Arrivederci professore cattura il pubblico con momenti spumeggianti grazie ad una convincente prova d’attori e ad un testo originale e intrigante. Lo spettacolo diventa, senza dichiararlo, una riflessione autoreferenziale (quasi un manifesto) sul teatro come espressione che parte dal corpo, passando per il movimento, per poi passare alla parola e al canto. Azione Vladimir e Franz sono in realtà due clown teatrali nella miglior tradizione stilistica tipica della scuola di Pierre Byland. Bravi e spiritosi, Ferretti e Cecchinato hanno trovato la giusta chiave per interpretare i loro personaggi mettendo in luce i rispettivi talenti. Grazie a una sicura presenza scenica e a un ideale affiatamento teatrale reggono uno spettacolo che vede nel corpo e nella voce gli unici elementi su cui imbastire l’intera narrazione. La Regione Ticino Tiziana Arnaboldi era presente al festival internazionale di Lugano con uno spettacolo completamente diverso dal suo solito lavoro, l’esilarante “Arrivederci professore” (in collaborazione con Pierre Byland) con due bravissimi Antonello Cecchinato ed Enrico Ferretti. Oltner Tagblatt I due attori hanno convinto con la loro recitazione e la loro presenza scenica, padroneggiando magistralmente le situa- zioni comiche e producendo una poesia delicata. Hanno recitato in modo differenziato, con un eccellente sensibilità corporea e una leggerezza quasi danzata. Azione 10-04-07 Giorgio Thoeni Una serata … a corpo libero All’inizio la scena è praticamente spoglia. Solo due leggii preannunciano l’arrivo di due conferenzieri: sono Vladimir e Franz, i due fedeli assistenti e ferventi ammiratori del compianto professor James William Smoke, un grande filosofo corporeo, nume tutelare di audaci teorie e artefice di geniali scoperte che spiegano il rapporto fra il corpo e la mente, fra il corpo e gli oggetti che lo circondano, fra il corpo e il nulla. Vladimir e Franz sono in realtà due clown teatrali nella miglior tradizione stilistica tipica della scuola di Pierre Byland, autore e regista di Arrivederci Professore, recente produ- zione realizzata in collaborazione con Tiziana Arnaboldi e per l’interpretazione di Antonello Cecchinato e Enrico Ferretti. Con un avvio didascalico e abbastanza statico, in bilico tra il nonsense di taglio beckettiano e la commedia dell’assurdo, la pièce mette in campo abilità e vis comica dei due attori che articolano frasi e movimenti in un intelligente cocktail di situazioni, brevi sketch, mai slegati fra di loro, uniti dal gusto del paradosso che si trasforma in gioco, in buffe combina- zioni surreali che alternano imprevisti e ovvietà in una ritmata giostra di peripezie. Conferenza o emulazione? In sostanza riscopriamo attraverso un originale teatrino di piedi quanto fosse presente il carisma del professor James William Smoke, allucinato dimostratore di tesi improbabili, come la convinzione che possa esistere una totale empatia del corpo con le verdure o il fumo, oppure come l’invenzione del tubo a due buchi, uno strumento musicale che gli sarà fatale in quanto si dimenticherà di respirare (una boutade che ci ricorda il primo Achille Campanile...). Bravi e spiritosi, Ferretti e Cecchinato hanno trovato la giusta chiave per interpretare i loro personaggi mettendo in luce i rispettivi talenti. Grazie a una sicura presenza scenica e a un ideale affiatamento teatrale reggono uno spettacolo che vede nel corpo e nella voce gli unici elementi su cui imbastire l’intera narrazione.
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