ARCHIVIO RECENSIONI

2020 – Autour du corps – Omaggio al Bauhaus

Giorgio Thoeni – Rivista L’Osservatore

È fra le migliori realizzazioni di Tiziana Arnaboldi, assume i contorni e la sostanza di un teatro filosofico senza ambiguità formali dove la danza si fa incalzante nella sua architettura che si destruttura attorno a una trama circolare, insistente, costante e ipnotica, che presuppone un respiro, al contempo cosmico e terreno. Le due danzatrici sono strepitose, perfette nella faticosa, intensa e bella prova al servizio dell’officina del Bauhaus.”

Thomas Péronnez – Direttore artistico del patrimonio culturale della danza svizzera

“Autour du corps, ultima creazione della Compagnia Tiziana Arnaboldi è una magnifica allegoria, sensibile e complessa che si articola a diversi livelli di apprensione dello spazio, del corpo e dell’oggetto. Il paesaggio sonoro e la coreografia sono intimamente legati, perfettamente armonici, come un movimento circolare, un respiro. E ancora una volta, questo lavoro è da non perdere! Un bell’esempio di fattura della Svizzera italiana.”

Antonio Mariotti – Corriere del Ticino

“Una somma di orbite in continua mutazione che rendono lo spettacolo fortemente ipnotico, ed affascinante, anche grazie al commento sonoro curato da Mauro Casappa. La coreografa e le due interpreti hanno il grande merito di dar vita a figure sorprendenti e inedite.”
2018 – Danza e Mistero – Omaggio a Charlotte Bara

Giorgio Thoeni – Azione

“La bellezza fotografica dell’artista belga si libera sul grande palco luganese del LAC, trasformando il rigore statuario delle posture in un affascinante happening di danza contemporanea.Tanto pubblico e numerosi applausi per Tiziana Arnaboldi con i suoi eccellenti danzatori.”

Mauro Guindani – Corriere del Ticino

“… uno stacco di buio, poi un miracolo di vita irrompe improvvisamente sul palcoscenico, lo fa vibrare di energia, di amore, di vera, umana, sacrosanta bellezza. Grazie, Tiziana, di esistere, e di continuare nella tua ricerca del vero.”

Margherita Gervasoni – Il Grigioni italiano

“Ogni «quadro» introduce lo spettatore in un diverso contesto emozionale evocante quella parte spirituale dell’essere umano. Un passaggio continuo dalla luce all’ombra nella tensione dovuta alla ricerca di comprensione del mistero: il pubblico è coinvolto più emotivamente che razionalmente in questa manifestazione di energia, di forza espressiva e fisica che trasforma la scena in un campo energetico in cui corpi, spazio, suono, movimenti, sguardi e mani formano un’unica entità volta ad esprimere l’inesprimibile e a rendere concreto l’invisibile.”

2017 – Dialogo delle arti – Il motivo di una danza
L’incontro di una coreografa e regista, di tre danzatori, di un poeta e di due musicisti.

Antonio Mariotti – Corriere del Ticino

“Un’alternanza e un amalgama quasi perfetti che confermano come la ricerca di Tiziana Arnaboldi sappia coniugare con esiti spesso inediti le potenzialità creative delle diverse arti a cui fa capo, la tensione durante i 60 minuti non cala mai.”

Giorgio Thoeni – Azione

“Il suono delle pietre e il Motivo di una danza, diventate una sola performance coreografica e il segno della maturità artistica di Tiziana Arnaboldi che per l’occasione raggiunge vette di grande intensità, un flusso di empatia che irrora i due emisferi cerebrali con un dialogo armonioso tra sensualità e concretezza.”

2016 – Spazi sospesi
“To live means to go from one space to another without getting too hurt”, Georges Perec

Giorgio Thoeni – Azione

“Spazi sospesi, una creazione insolita di Tiziana Arnaboldi, in cui la scena non è solo per due eccellenti danzatori, Eleonora Chiocchini e David Labanca, ma in cui la dimensione tecnologica interviene nello spazio con una sua poetica particolare. Si umanizza e trasforma la sua presenza facendo emergere il calore del sentimento in rapporto con gli oggetti. Uno specchio che ritrova l’immagine di segmenti concreti e luminosi articolati dal computer che diventano anime programmate, corollari essenziali per l’ingegnoso bricolage di François Gendre unite alle originali ricerche musicali di Mauro Casappa. Un mix perfettamente assortito per uno spettacolo intenso e ricco di idee che ha raccolto un meritato successo e premiato la ricerca di Arnaboldi.”

2012 – 2013 – Dentro Jawlensky

Antonio Mariotti – Corriere del Ticino

“… nell’intimità del Teatro San Materno si instaura un gioco di richiami, di scambi, di echi tra gesti, voci e suoni che si autoalimentano. «Dentro Jawlensky» è una performance multidisciplinare quasi del tutto astratta che brilla per chiarezza di idee. Una struttura forte e al tempo stesso elastica che porta «Dentro Jawlensky» a proporsi fin da subito come uno degli spettacoli più interessanti della coreografa asconese che ha trovato il coraggio di spostare la propria sensibilità contemporanea con quella delle avanguardie artistiche di inizio novecento.”

Claudio Lo Russo – La Regione Ticino

“Una sfida, come l’aveva giustamente definita la coreografa Tiziana Arnaboldi. Entrare nel mondo pittorico di Alexej von Jawlensky, andare al cuore del suo genio creativo, dare forma alla forza creatrice da cui scaturisce l’Arte. Il tutto facendo incontrare linguaggi diversi: danza, musica e pittura. Di certo, se musica e danza sono le forme d’arte più vicine all’infinito, «Dentro Jawlensky» regala momenti di grande suggestione.

Giorgio Thoeni – Azione

“Spettacolo intenso e completo. Un discorso compiuto ed enigmatico, che tocca le corde intime e spirituali di Jawlensky e che trova le punte più alte nelle scomposizioni geometriche con il gioco dei colori e le luci (Felix Leimgruber), le belle immagini proiettate (video di François Gendre), la musica (chitarra di Mimmo Prisco), le percussioni di Luciano Zampar e il canto (Laure Barras, soprano) in completa sinergia con il percorso danzato nel respiro corporeo di Eleonora Chiocchini e la leggerezza plastico acrobata di David Labanca. …Lo spettacolo viene presentato in spazi teatrali e nei musei di mezza Europa. Bravi tutti gli artisti.”

Henner Lappe – Tessiner Zeitung

“Lo spettacolo è stato affascinante. Un pezzo di grande arte nella piccola Ascona. «Dentro Jawlensky», è una performance trasversale che tocca immagini, danza e musica nel luogo in cui Kandinsky, Klee, Charlotte Bara e il danzatore Sacharoff si erano incontrati oltre 90 anni fa. La loro ricerca era trovare un filo conduttore.”

”Die Vorstellung war faszinierend. Ein Stück grosse Kunst im kleinen Ascona. «Dentro Jawlensky», eine formübergreifende Darbietung in Bild, Musik und Tanz an dem Ort, wo Jawlensky, Kandinski, Klee, Charlotte Bara und der Tänzer Sacharoff vor über 90 Jahren zusammengetroffen waren und darüber diskutierten, wie man ihre unterschiedlichen künstlerischen Ausdrucksformen zusammenführen könnte.“

Thomas Nussbaum – Express 2014

“Spectacle complet, qui mêle les formes artistiques, avec comme fil rouge le peindre Alexej von Jawlensky. Esthétiquement beau, très poétique, avec un fil qui relie la varieté du peintre à la diversité du mouvement dansé, ce spectacle a séduit le programmateur d`Hiver, François Nyffer.”

2011 – 2012 – Attesa ni na na

Silvio Danese – Il Giorno, Milano

“… c’è qualcosa di assurdo, di umoristico, in questo modo paradossale e insieme disarmante di vedere la vita… la danza diventa il beneficio supremo per un testo sul vuoto che sparisce diventando un fatto, un movimento, un passo…”
”La coreografa Svizzera Tiziana Arnaboldi prende di petto il (non) senso e la materia della pièce di Beckett per aprire, con i suoi bravi danzatori, spazio e tempo dell’ «illusione di esistere» nell’emozionante spettacolo «Attesa ni na na».”

Valeria Crippa – Corriere della Sera, Milano

“Infondere vita, sangue e carne a un’esistenza sospesa nel vuoto. Per la coreografa svizzera Tiziana Arnaboldi, formatasi a Parigi con Carolyn Carlson e ad Essen con Pina Bausch, il motivo dell’attesa come condizione dell’essere si innesta nell’urgenza della danza di dare corpo alle emozioni, anche quelle più asettiche e statiche, rendendole materia palpabile. I cinque bravi interpreti Giuseppe Asaro, Pierre-Yves Diacon, David Labanca, Françoise Parlanti, Nuria Prazak attendono che il dio della danza si riveli, mentre il senso di straniamento, interrotto a tratti da un violino o da una voce, contagia lo spazio e lo corrode. A punteggiare l’ipnotica partitura gestuale, tre berretti, una corda e una ninnananna.”

Marco De Meo, Milano – arte expo danza, Milano

Tiziana Arnaboldi non lascia mai lo spettatore solo, anche quando indaga e racconta la sua personale visione dell’attesa, muovendo tra momenti drammatici e ironici, intensi e puramente ludici, nel costante tentativo di riempire il vuoto dell’attesa. Indaga sulla verità dell’azione, privandola di orpelli estetici per approdare all’essenza del gesto, del movimento, del silenzio. I danzatori/attori; Giuseppe Asaro, Pierre-Yves Diacon, David Labanca, Françoise Parlanti, Nuria Prazak agiscono in assoluta libertà all’interno del denso spartito coreografico, creando in continuazione pretesti per darsi l’impressione di esistere e sopportare quell’ insostenibile senso del vuoto dell’attesa. Tutto con onestà e sensibilità.

Claudio Lo Russo – La Regione Ticino

Tiziana Arnaboldi si è lasciata guidare dalle suggestioni più profonde dell’immaginario beckettiano… affascinanti le soluzioni coreografiche con cui esaltare il movimento, bravi tutti gli interpreti. Un’attesa simbolica, drammatica, ironica, totale. Un’attesa come condizione esistenziale, condanna o privilegio. I suoi oggetti, con cui gli attori intessono abilmente lo spazio e il tempo del loro esistere sospeso, sono i tre cappelli di Beckett in bilico fra ironia, assurdo e abisso e la cornice di una porta, a definire fin dall’inizio lo spazio ipnotico, variabile, indefinito dell’attesa…”