Compagnia giovani

 Diretti dalla danzatrice, coreografa e regista Tiziana Arnaboldi

 

Scritto dal danzatore della compagnia giovani Francesco Colaleo

Diario di Bordo Compagnia Giovani Tiziana Arnaboldi

01-02-2014
Percorsi diversamente lineari

Al Teatro S.Materno di Ascona continua la ricerca intensa sulla linea e sui suoi infiniti mondi. La compagnia giovani di Tiziana Arnaboldi si riunisce per investigare e condividere esperienze e sensazioni. Gli strumenti a disposizione sono bastoni di tutte le dimensioni: alcuni naturali e altri creati da architetti. Durante l’incontro di febbraio la coreografa invita i danzatori a lasciare che il corpo cerchi il proprio spazio vitale necessario e lasci fluire il liquido interno con naturalezza.
Si corre entrando nell’azione e al momento opportuno la si rompe, creando dei ritmi che rendano l’improvvisazione interessante e sempre viva. Il corpo è disteso al pavimento e le mani e i piedi sono sollevati con l’obiettivo di cercare gli opposti tra tronco e periferie. La proposta si evolve lasciando paralleli al pavimento gli arti superiori e inferiori fino al momento in cui si decide di verticalizzare il corpo mantenendo la stessa sensazione e qualità. L’immagine proposta da Tiziana è quella dell’acqua e della sua corrente che è poi l’energia dell’acqua stessa. I corpi si muovono nello spazio cercando di abitarlo in modo fluido e denso.

Si sceglie poi una diagonale di riferimento e in coppia i danzatori, utilizzando dei principi di spinta e recupero, si preparano a raggiungere, con lo sguardo e con il corpo, un punto nello spazio: una persona è in tensione emotiva verso la meta e l’altra gli corrisponde, per mezzo della spinta delle mani sul bacino, un peso uguale e contrario. La persona che spinge lascia il proprio peso e riceve l’altra persona sulla spalla, creando un lift dinamico, che permette alla persona sostenuta di arrampicarsi sulla
schiena del partner fino a guardare dietro di sé.
Questo può evolversi anche in un altro lift: una persona afferra il centro dell’altra persona che, a testa in giù, sospende gli arti superiori e rilascia le braccia.
Tziana ricorda più volte che è importante che il corpo suggerisca la dinamica fisica giusta.

02-02-2014
Traiettorie nello spazio

Secondo giorno di ricerca per la Compagnia giovani di Tiziana Arnaboldi e ad Ascona non smette più di piovere, ma nessuno può fermare la creatività dei danzatori. Il segreto è rilasciare la testa, cercare il fuori asse e saper portare il corpo da un livello dieci a un grado zero: con o senza bastone. L’abilità e il rischio risiedono proprio nella relazione che si ha con gli oggetti, i quali sono dotati di un potenziale creativo da sfruttare al massimo in relazione allo spazio e al tempo.
Il gioco consiste nel tenere il bastone dritto durante i momenti di sospensione, di riuscire a fare il proprio ingresso in modo da bilanciare i ritmi e saper prendere senza troppi artifici il bastone della persona che incrocia o si accosta alla nostra traiettoria.
Il bastone può essere anche sorretto dal palmo della mano e, dopo averne valutato lo stato di equilibrio, si lascia cadere in corrispondenza di un’altra mano pronta ad accoglierlo: il plesso solare cerca la sua vertebra, il corpo è rilassato ed ascolta l’oggetto, dotato di un suo peso e di caratteristiche proprie; si è pronti a riceverlo e a restituirlo.

È sempre tempo di misurazioni ma questa volta la sperimentazione coinvolge solo i corpi, che interagendo con lo spazio lo misurano e si posizionano al pavimento come fossero dei bastoni. Al termine di queste misurazioni umano-corporee, lo spazio gode di un disegno lineare di corpi che descrivono traiettorie: alcuni danzatori interagiscono con i corpi, prima senza contatto, poi cercando di riempire i loro volumi vuoti. Da questa idea ha origine il poetico contact tra Francesca e Luca: un labirinto dove abbracciarsi diventa un’impresa difficile ma non impossibile. Uno scambio vicendevole di armonie: l’osservatore è guidato in un paradiso umano di desiderati momenti di accoglienza.

I danzatori seguono le linee guida offerte dalla coreografa per confermare una serie di movimenti di partnering, alternati a momenti di insieme generati dall’ascolto profondo di gruppo; dove ogni tanto si isolano delle cellule coreografiche di soli o duetti. È la grande orchestra degli abbracci e degli afflati, dove terra ed aria diventano gli elementi archetipici per generare il grande piacere collettivo della condivisione. Francesca Linnea Ugolini incanta tutti con il suo sguardo super potente: i suoi occhi rapiscono. Dopo aver ricercato delle sensazioni nuove ed aver precisato quelle trascorse, entrano in gioco i piccoli bastoni utilizzati per la misurazione dello spazio. Ogni danzatore misura lo spazio limitrofo e quando ne sente il bisogno poggia al pavimento il proprio bastone ed esce di scena, lasciando il campo d’improvvisazione al prossimo “architetto-performer”. Seguendo questa logica si è venuto a creare uno spazio misurato e delimitato da piccoli bastoni.

03-02-2014
Giocare è un atto creativo

“Ogni tanto bisogna essere stupidini e leggeri”… è questa la linea da ricercare davvero. Il gioco si presenta come l’opportunità sincera per sfruttare al massimo potenzialità e capacità. L’obiettivo è di trasformare la paura in tensione, per saper godere profondamente di ogni istante presente senza che il corpo viva posture legate all’aspettativa. Il terzo giorno la ricerca continua con Francesco, Maxime e Francesca. Ad Ascona piove ancora, ma dopo un energico e respirato riscaldamento il desiderio di sperimentare fa dimenticare qualsiasi cielo grigio; basta rilasciare il centro, lasciarsi guidare dal corpo, evitare i cliché per sorprendersi sempre. Il primo gioco consiste nel rimanere all’interno dello spazio descritto dalle estremità del bastone di media misura, creando una relazione con l’oggetto senza mai dipenderne completamente. (possibilità di dissociare lo sguardo, di fermarsi e osservare). Lo stesso principio può essere applicato al bastone “piccolo faustino”.

La relazione con l’oggetto può essere di tipo diretto o indiretto. Dopo aver familiarizzato con esso è interessante dimenticarlo per poi tornare ad interagire con freschezza. Il gioco si è evoluto lasciando rotolare sempre il bastone, rimanendo legati allo spazio da esso descritto. Il rumore prodotto dal movimento del bastone è interessante ed ipnotico. La stessa proposta viene sperimentata con due persone nello spazio e i loro relativi bastoni ed è consentito interagire con lo spazio dell’altro e quindi con il suo bastone.
Maxime spinge con i talloni il bastone per farlo rotolare verso di lui e lo supera con una capriola di Aikido. Lo schema è estendibile ad un gioco a tre, dove i bastoni rotolano e si alternano e Maxime va oltre di essi.
Con il “piccolo Faustino”, che diventa uno strumento di frana, è possibile produrre una musica che accompagna o contrasta i lifts Aria/Terra di Maxime e Francesca: lei sale su di lui e la lascia cadere. Un’altra possibilità è che Francesco, nel momento in cui Francesca è accovacciata tra le braccia di Maxime, funga da tavolino in modo tale che possa permettere a Francesca di sollevarsi in piedi. Altre immagini nate dal grande contenitore della fantasia sono dei grissini (che rappresentano piccoli bastoni) da sgranocchiare e far quindi scomparire; e un mega gioco dei Mikado creato con i grandi bastoni al pavimento. Dopo aver provato a camminare su una zattera di bastoni con risultati molto esilaranti, si è pensato di concepire i bastoni come prolungamenti degli arti e di poter felicemente danzare sulle note di una musica classica.
Due persone possono spostare i bastoni degli arti superiori coordinatamente ai movimenti dell’uomo “vitruviano-danzante”, fino a guidarlo in simpatici e ripetuti inchini.
Un’altra possibilità è di essere tutti e tre con il solo prolungamento della schiena, coinvolti nella sequenza di movimenti classici (plié, relevé, port de bras); sfruttando il bastone come trampolino per saltare o girare, combinando con atteggiamento ironico virtuosismi e pause di riposo.
Il corpo respira ed è rilassato anche se la relazione d’impatto con il bastone può essere difficile.
Ultima proposta è di trovare una relazione organica e circolare con il bastone, tenuto per le sue estremità da due persone che interagiscono con esso e tra di loro; cogliendo anche possibilità di contatto corporeo. [4]

Così termina un’altro giorno di ricerca al Teatro S.Materno, in attesa di un’altro incontro e di nuove esperienze da raccontare.